Nulla si crea, nulla si distrugge ........

Nulla si crea, nulla si distrugge ........

Conoscete la teoria “nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma”?
Noi si; e ne abbiamo una prova. Massimiliano Argiolu, nostro caro amico di vecchia data, malandri_altamura, @coovino_mediaIl mix è una trasformazione di quello che inizialmente non doveva essere, lo è stato ed ha riscosso successo per il fine di quello che sarà. Capirete, ora è tutto un work in progress. 
Piatti tipici altamurani, preparati con maestria e fantasia dalla brigata di Andrea del Malandri. Da segnalare le olive nere fritte, che per noi sono “patrimonio Unesco”, strabilianti. 

Una serata fra amici e nuove conoscenze, rilassati nel bell'ambiente rustico e caratteristico di Malandri, ad ascoltare il saggio parlare di Massimiliano davanti alle etichette della sua inesauribile collezione e a quelle di @Vinetalchimie. All'inizio doveva essere per lui un viaggio di lavoro, poi una gita fuori porta poi è stato questo: 6 etichette. 

2007 Rheingauer Kabinett Robert Weil

Un vino pensato per la gioiosa immediatezza, si rivela dopo 16 anni indomito e battagliero nella sua maturità.

La luce della Rheingau brilla nel bicchiere e il sorso ne è intriso. Tutte le note di scorza di agrume e quarzite dei Taunus escono fuori con prepotenza

allungando l’assaggio e chiudendolo in modo magistrale. Crea dipendenza.

Bonnet Ponson – Cuvée Perpetuelle

Assemblage classico dei tre cépage ma, oltre alla florida 2018, viene aggiunto un buon 40% di vini di riserva con una sosta di almeno 42 mesi prima del degorgement.

Non cercate le note lievitose, di panificazione et similia: il vino è materico, con una buona parte fruttata e un tocco di ossidazione che aggiunge carattere senza nulla togliere.

L’assaggio è cremoso e ritorna la parte ossidativa, piacevole, che riempie il palato e allunga il sorso che va a terminare su dei sentori di ostrica di grande piacevolezza. Mai meno di due bottiglie alla volta.

 

2012 Schlossböckelheimer Stromberg – Schäfer-Frölich

Riesling: una luminosa Katana nel bicchiere.

Se fosse scritto in giapponese, questo sarebbe un Haiku, degno della scuola di Matsuo Basho, atto a rappresentare questo vino.

Siccome è scritto italiano corrente, potrebbe essere visto come un ermetismo o, più prosaicamente, come la consueta sparata da enofighetto.

Invece no: il vino è esattamente questo: una potenza esplosiva che trova nell’acidità, quasi feroce, la sua complice ideale.

Assaggio pieno, ferino, praticamente infinito, che lascia la bocca salata pronta ad essere dissetata col prossimo sorso.

 

1995 Kanzheimer Altemberg Spätlese  BISCHÖFLICHE WEINGÜTER TRIER

Altro vino che inonda la sala di luce nonostante i suoi quasi 30 anni. Terziarizzazione ampiamente iniziata, ma questo Riesling, proveniente da uno dei migliori vigneti di Saar, se non dell’intera Germania, ha solo cambiato pelle senza per questo intaccare la sua aristocratica eleganza.

Residuo zuccherino appena accennato e un naso giocato sul sottobosco, e note minerali che sfociano nel tartufo bianco.

Sorso ancora teso, lungo, con una piacevolezza unica pronta a sfidare i prossimi 30 anni.

 

Trebbiano 2015 – Az. Agr. Valentini

Se non avessi tratto insegnamenti da Sandro Sangiorgi (con ancora tantissimo da apprendere da lui e non solo) non saprei come raccapezzarmi con questo calice.

Un caleidoscopio dorato nel quale viaggiano una moltitudine di sensazioni che ne renderebbero la descrizione un appesantimento inutile.

La figura di Francesco Paolo, ma più probabilmente del fondatore Edoardo, irrompe nei ricordi e ne timbra il calice.

In mezzo ai grandi bianchi del mondo, anche un umile assaggiatore come me, lo riconoscerebbe ovunque.

Sentito, oltre che dovuto, il ringraziamento a Felix per averlo condiviso: un dono prezioso di un amico prezioso.

 

Rosso di Montalcino 2014 – Pian dell’Orino

Come tutti i produttori di un certo lignaggio Pian dell’Orino, nella malnata 2014, ha declassato le uve atte a Brunello nel Rosso di Montalcino, pur di mantenere inalterata la qualità della produzione: less is more, noto luogo comune, stavolta ha un senso fattuale.

Naso compito e di grande nitore; sorso fresco e disteso, molto franco e di grande spessore senza mai risultare eccessivo.Finale lungo e appagante; volendo sintetizzare il tutto in un aggettivo: elegante.

Alla prossima cari amici, avremo modo e tempi.  

Felix el Vigneron e Massimiliano Argiolu

 

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