Erano i giorni che si viaggiava nella terra delle Baguette, fra pranzi frugali di salade de poulet e visite programmate nelle cantine dello Champagne.
In auto i 3 dell' Ave Maria ed il sottoscritto. Non c'era sosta, non mi era permesso fumare una dannata sigaretta elettronica, ma soprattutto una preziosa Marlboro.
Spaziavo fra vedute del villaggio di Connigis e sorridevo al pensiero che Marco, che in quel momento era il nostro autista, fosse nervoso; perché a casa sua, amici, avevano saccheggiato la cantina e si accingevano a tirare il collo ad un Monfortino 2010 per far cena. Era nero, scontroso ed irrequieto. Al solo pensiero, non diteglielo, stavo godendo.
Ito e Steve, il gatto e la volpe, si loro due, dell'Osteria More e Macine, si quelli che fanno dei tajarin da paura a La Morra, discutevano della progettazione dell'etichetta per il loro primo Langhe Nebbiolo di prossima uscita.
Sapevo di questo, me lo avevano accennato in tempi non sospetti. Bel progetto, idee chiare, erano coadiuvati da manici esperti come Gianluca Colombo e Federico Scarzello.
Gli parlai di un certo Quentin Maza, francese che seguivo da tempo su Instagram. Mi piaceva, era uno che ci sapeva fare. Aveva realizzato etichette per Antoine Bouvette, Romain Henin, Florent Mignon.
Fu un lampo, lo chiamarono ed oggi la loro bottiglia indossa Quentin Maza.
Il vino è a caratura limitatissima: 1200 pezzi. Si passerà a regime con 5000 bottiglie. Belle vigne, vecchie per metà di 30 anni e le altre di 80 anni. Sono a Verduno, in una bellissima posizione. Affinamento in Stockinger.
Ben bilanciato, agile e finemente tannico. Un vino che mi ha sorpreso per la sua succulenza; mi piace definirlo come un nouvelle pensée, una beva leggiadra e facile. Davvero molto buono!
E' il caso di dire che Ito e Steve , anche in questo caso ci hanno messo anima, cuore e ....unicità. Bravi.